Tuesday 5 April 2011

BOLOGNA CHILDREN’S BOOK FAIR


Tym razem będzie po włosku, wybaczcie mi proszę, chętnych na tłumaczenie proszę o sygnał w komentarzach.




Bologna... hm....
È la seconda volta che ci vado alla fiera del libro di Bologna. E sono sempre più perplessa. Vado per vedere la mostra dei illustratori, per ascoltare un po’ qualche personaggio importante della scena dell’editoria per bambini, per curiosare nei stand e origliare qualche conversazione e devo dire che tutto insieme mi fa una grande impressione. Mi manca il fiato. 


E mi porgo una semplice domanda: ma in tutto questo, dov’è “il bambino” per cui tutti si fanno in quattro, producono immagini, oggetti, idee…? Una volta tornata presento le mie scoperte ai propri figli, ma il loro entusiasmo iniziale o esplode alimentato da ben10 e dora (“trash”?) o si spegne a vedere le proposte più ambiziose (salvo poche eccezioni*). Disegni semplici, con colori un po’ spenti, storie un po’ astratte, bellissime, sottili… “ah si, mamma, questo sicuramente piace a te!” purtroppo no, oramai non mi piace più, perché non posso comprarlo per voi, bimbi miei cari, perché mi tocca a leggere questi libri da sola, con voi che sfogliate scooby-doo o enciclopedie dei animali (dove i predatori massacrano le loro prede e il sangue scorre dappertutto) o peggio ancora la collana di Disney. Vorrei che i miei figli leggessero i libri più “gustosi”, raffinati e ce la metto tutta ad abituarli, educarli. Però loro hanno le loro idee e adorano la cultura pop (e non parliamo di Warhol ;)))), secondo me dev’essere una via di mezzo tra “trash”e “art”. Questo avevo cercato alla fiera, ma cavolo quanto è difficile trovarlo! Mi sembra che è anche difficile farlo. Per questo semplice motivo non mi sono arrabbiata guardando la mostra dei illustratori che NON è PER BAMBINI. Loro non c’entrano proprio niente con quelli disegni. Scusate, con la maggior parte, perché qualcuno si salva. Qui però mi viene in mente altra domanda: quanto ci piace la grafica incisoria usata nelle illustrazioni! Eh si! È fatta proprio per quello. Mi viene da ridere che invece i seri incisori si difendono con le gambe e braccia di non essere accusati di essere “illustratori”. Che paradosso.


L’anno scorso ho assistito con grande stupore alla conversazione sui lavori di Iela Mari. Le due bellissime signore parlavano dei bambini come fossero dei rari esemplari di uccelli di paradiso. Della loro delicatezza, bisogno di semplicità, ricerca della verità (wow) e anche se mi piaceva da matti questo discorso, anche se vorrei che fosse così, non potevo credere in tutto questo. Mi dispiace, sorry. L’infanzia è dura, pochi ci sopravvivono senza cicatrici ed è ingenuo pensare che bambini sono così “puri”. Quest’anno invece era la volta di incontro con Jutta Bauer spietatamente interrogata da Nicolaus Heidelbach. Mi sono divertita tantissimo. Specialmente perché la parte iniziale, a quale ho assistito, girava tutta proprio sul tema del macabro nell’illustrazione infantile. Heidelbach sosteneva che già da piccoli abbiamo quel storto piacere di vedere le cose non del tutto “rosee”, ma Jutta Bauer non mollava: macabro o violento va bene, ma il sangue non ci vuole. Mi sarebbe piaciuto vedere/sentire tutto, ma purtroppo dovevo scappare.


Alla fine ho un appello e una domanda ai editori e illustratori, anche se sicuramente non leggono quello che scrivo, ma ho promesso ai miei figli di farlo:
1. Usate per favore le lettere un po’ più grosse e un po’ meno storte, perché una bambina di 6 anni non ce la fa a leggere i vostri libri altrimenti (anche se vuole provare, giuro).
2. Ma tutti questi spazi vuoti tra disegni servono per scarabocchiare, vero?

*le poche eccezioni sono: “Al supermercato degli animali” di Giovanna Zoboli, “Il principe Tigre” di Chen Jiang Hong e qualsiasi cosa di Janosch.

p.s. esercitiamoci insieme...

4 comments:

  1. a może ta sztuka dziecięca jest przeznaczona dla naszych wewnętrznych dzieci? może one potrafią ją docenić?
    Twoje na pewno:)

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  2. oh to na pewno, gdyby nie "wewnetrzne dzieci" mysle, ze nie bylo by w ogole tematu, zgadzam sie, ze to dziecko tez trzeba dopiescic, ale po co udawac, ze sie dopieszcza te z krwi i kosci robiac ksiazki, ktore ich w ogole nie interesuja, a potem jeszcze nagradzac ich tworcow?

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  3. eh, si hai proprio ragione quando dici che alcune, molte, illustrazioni non sembrano adatte ad un pubblico di bambini e piacciono soprattutto agli adulti! Quando ero piccola (tanti anni fa) adoravo lo stile Disney e tutto quello che oggi mi fa orrore (chiedo scusa agli estimatori di questo stile)! I miei genitori cercavano di propormi Bruno Munari ed Emanuele Luzzati ma a me sembravano solo disegni fatti male!!!

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  4. ciao angela, grazie di aver lasciato un commento :))) è proprio così - anche i miei bimbi si rifiutano di guardare/leggere libri più sofisticati, sono alla costante ricerca di qualcosa che nel modo perfetto conciliasse kitsch con arte :) forse bisogna essere "immacolati" dallo stile disneyano (cosa in questi tempi impossibile) per poter apprezzare libri di valore artistico o forse bisogna solo essere un po’ più cresciuti?

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